giovedì 8 novembre 2012

educazione spirituale per giovani cuochi /7

-Risate-

 Metà Ottobre, i primi freddi mi portano sonnolenza mista a un languore di fondo, (ogni tanto confuso con la fame di pizza delle 3 di notte) che si spegne nel quotidiano rivoluzionare della mia giornata. Una mattina ho bisogno (direi il mio Io cuoco ha bisogno, ma non sottilizziamo) di far sobbollire il fondo bruno al tabacco (brodo di ossa tostate in forno); senza la dovuta attenzione, ricordo al mio secondo, destinatario dell'incombenza, di aggiungere chiodi di garofano alle verdure necessarie, non mi avvedo, imbrigliato in altre preparazione, del suo sguardo dubbioso da apprendista stregone di brodi, ma si sa di segni il mondo è pieno e ognuno coglie quel che può.
 Di ritorno al pomeriggio, dopo la pausa vengo avvolto da una nuvola di odori che mi ricorda infantili inverni alpini, creandomi una sorta di frizione con il fresco di un autunno ancora tutto sommato caldo; qualche passo tra i tavoli del mio ristorante, mentre raggiungo la cucina, si aggiungono altri elementi alla mia invernale inquientudine, è un odore di vin brulè quello che strania il mio inconscio, però accompagnato da un sottofondo di carne rosolate. E lì, nella più classica delle parodie della mia svagata tendenza a perdermi nelle mie sensazioni: "Il fondo bruno!!" corro a controllare il brodo che sobbolliva placidamente nella sua trasfigurazione più icastica: "Vin brulè di porco" un epifania. Con un ghigno malefico chiedo a Robbi, il mio secondo: "Ma quanti chiodi di garofano hai messo?" e lui candido: "mah, direi una ventina" rimango senza parole, e lui per scagionarsi, quasi scientifico :"Eh...mah...li avevo ficcati nella cipolla non si sarebbero dovuti diffondere" e io disarmato: "interessante teoria..." poi mi guarda con una faccia che non riesco a sgridare.
 Le risate conseguenti, durate una settimana intera, sono state il miglior antidoto alla pesantezza umida e stanca di quel mese.

martedì 6 novembre 2012

educazione spirituale per giovani cuochi /6

-Se qualcuno me lo chiede-



Sono un cuoco, o come mi chiamano molti chef,
però prima ho fatto molte altre cose

sono un cuoco, o come mi chiamano molti chef,
anche se ogni tanto mi fermo e ho dei dubbi

ma molti  mi chiamano chef,

a ripensarci bene non so quando sia iniziato
ma molti continuano a chiamarmi chef,

e se un giorno,
per caso, smettessero?

martedì 5 giugno 2012

modena comincia a modena est/ la terra stremata

Emilia mia ferita
operai senza vita
Emilia sfollata
non ne eri preparata
Emilia i campanili
mattoni devastati
Emilia il terremoto
paura dell'Ignoto
Emilia la paranoia
lavoro senza gioia
Emilia ne crolla un pezzo
Mirandola Finale Cavezzo
Emilia solidale
domani non lo scordare
Emilia smemorata
la terra l'avevi già sfigurata
Emilia il decoro
torniamo già al lavoro
Emilia ti scongiuro
Non c'è solo l'idrocarburo






mercoledì 30 maggio 2012

domenica 22 aprile 2012

Una commedia dentro i fornelli - Ricomincio

Ricomincio:

 un passo e il mondo Dentro mi inonda, Leopold perso nei vapori di pentoloni più alti di lui, l'elettricità dei fiumi di caffè che scorrono ingrigisce la luce intorno, Megera mi taglia con occhi marci, annusando tra le mani il filo del mio lavoro, minimo quasi a nullificarsi in un momento, il mio lavoro semplicemente manoscritto, masso oggi incombente; esamina il supplizio, conta il grado dove vuol che sia messa l'anima "Parti con le patate, presto ci serviranno" sono ancora leggero di incoscienza. L'ultimo caffè non è ancora svanito, Leopold incalza, di una serenità imperturbabile: "Rasieren! Peli! Potresti privartene senza pena" lisciando il filo di un coltello che riflette il biondo dei suoi capelli; dallo stomaco mio: "Pilofobo!", mi saluta con una risata.

 Ormai dentro: Sotterranei in solitudine, ginocchia piegate, devo cercare di dondolarmi su di me, mmmm, riscaldo il ventre con la voce, una cassa di materia non lavorata accanto, collo piegato in avanti, a rischio il coccige, cazzo la caviglia destra dura come marmo, mollala! mollala!, un sorriso guardando il muro di fronte al tavolo di lavoro, accarezzo il tagliere e i miei coltelli, leggo il misero foglio:

 http://www.youtube.com/watch?v=HepixhDs_Yw

mercoledì 18 aprile 2012

Una commedia dentro i fornelli - Prologo -

Prologo

Ho ancora nel naso l'aroma del caffè che cattura il cucinotto, nella testa l'incoscienza che continua nella caverna del metrò, lo scorrere delle fermate a comprimere i reclami della mia stanchezza. Affido a una doccia pochi istanti di espansivo piacere, mi aggrappo alla speranza di una Natura benevola.
Riaffiorare dal pelo folto della farsa metropolitana mi immerge immediatamente in una luce, difratta da vetri rapaci, a cui lascio ogni desiderio di potermi perdere lontano. L'ultimo silenzio prima di varcare la sventurata soglia abbraccia, voltandomi, il cimitero di fronte.

Un'altro caffè: sul terrazzo, a sorridere di quel ci aspetta, nella follia che un piccolo attimo di intimità riscaldi tutta una giornata, chissà che non ci riesca...
Ma un caffè dura poco, e si scende a spogliarsi della divisa borghese, nei sotterranei dove l'unico raggio di luce serve solo ad accompagnare una sigaretta rubata.

http://www.youtube.com/watch?v=jXb0FPcjM9c&feature=related