giovedì 3 novembre 2011

educazione spirituale per giovani cuochi /1


- la divisa -

Tutti giorni comincia così, dalla divisa; come soglia, una miriade di frammenti di rituali affollano questo momento: lo specchio, il nodo al grembiule, le foto sull'armadietto, le sigarette in tasca, il cappellino da baseball, ognuno s'attacca a quel che può; ci illudiamo che la divisa uno la possa indossare e togliere, indossata si è cuochi, senza si lascia un'identità nel cesto della roba sporca; sarebbe bello, decisamente, invece ogni tanto fa fatica a staccarsi dalla pelle, entra dentro la schiena che fa male, i tagli e le bruciature nelle mani, il mal di testa; altre volte invece quando la metti a volte ti stringe, e invece di proteggerti, ti imbriglia, camicia di forza del contenimento di tutti i doppi che scappano nella stanchezza di uno spazio regolamentato fino negli angoli. Di divise ne ho viste tante, persino una di color militare, di dubbio gusto, c'erano datori di lavoro che non ne potevano vedere di color nero, altri ristoranti dove solo nere si portavano; ci sono i grandi chef che ci cuciono sopra tutte le loro onoreficenze, ci sono quelli che lavorano in posti importanti e che le hanno consumate; però in fondo il bianco ingrigito delle mie divise più vecchie non ancora stirate mi conforta come una nebbia che conosco bene.

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